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Sanificazione negli ambienti di lavoro, come ripartire nella “fase 2”

Sanificazione per gli ambienti di lavoro, importante per ripartire nella fase due dopo il Covid-19

Disinfezione con ozono, depuratori e sterilizzatori UV: è boom di richieste per imprese di pulizie, dispositivi e sistemi di sanificazione. La tanto attesa “fase 2” è alle porte e, allentato il lockdown per Covid-19, saranno milioni gli italiani che potranno riprendere le proprie attività. Anche se per tornare a circolare liberamente sarà necessario aspettare che l’indice di contagio R0 arrivi a zero, già dal 22 aprile potrebbero ripartire quelle aziende in grado di garantire ambienti di lavoro salubri e il rispetto delle le norme, per evitare un picco di ritorno nei contagi. Ma attenzione alle bufale! Quali sono le tecnologie veramente utili e gli strumenti più adatti di cui dovranno dotarsi le imprese per la ripartenza?

Norme e divieti: tutto quello che serve sapere per ripartire oggi

Il dcpm del 10 aprile, col quale sono state disposte le riaperture di alcune attività tra cui librerie e negozi di abbigliamento per bambini, fornisce indicazioni generali in materia di igiene e sanificazione degli ambienti di lavoro: obbligo di dispositivi di protezione come guanti usa e getta e mascherine per tutto il tempo di permanenza, dispenser di gel e disinfettanti a disposizione degli operatori, pulizia degli ambienti con detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi, sanificazione dei sistemi di areazione, nonché ventilazione dei locali due volte al giorno. Da Palazzo Chigi ancora nessuna data ufficiale, ma la “fase 2” è il dossier centrale sul tavolo dell’esecutivo. I primi settori a ripartire potrebbero essere l’automotive e il tessile, seguiti dai cantieri e dagli esercizi per il trattamento dei rifiuti.

Non semplice pulizia, ma bonifica periodica degli ambenti

In vista della ripartenza le aziende dovranno quindi dotarsi di dispositivi di protezione e di sistemi di sanificazione, garantendo pulizia a fine turno, igienizzazione degli ambienti comuni e delle attrezzature utilizzate, eventualmente rivolgendosi a ditte specializzate. Non basta una semplice detersione, anche se accurata: le superfici vanno infatti successivamente nebulizzate con disinfettanti come l’ipoclorito di sodio (amuchina), l’etanolo (alcol) o l’acqua ossigenata, e strofinate a mano con panni monouso.

Un occhio di riguardo per gli impianti di aerazione e l’aeraulica

In generale, qualità e trattamento dell’aria sono fondamentali per garantire un ambiente salubre, minimizzando l’insorgenza di patologie di tipo respiratorio che facilitano l’aggressione da parte di agenti patogeni. Impianti di ventilazione, condizionamento, condotte di aerazione e unità di trattamento aria vanno periodicamente sottoposti a controlli e bonifiche per l’abbattimento di cariche batteriologiche e virali eventualmente presenti. Fondamentale è anche la ventilazione degli ambienti, per diminuire la concentrazione di inquinanti aerodispersi nei locali confinati. Tra le aree più a rischio, infatti, ci sono quelle con poco ricambio d’aria.

Bonus per i datori di lavoro. Tutto quello che c’è da sapere

La messa in sicurezza anti coronavirus di uffici, aziende, esercizi e reparti produttivi è a carico dei datori di lavoro, che possono usufruire del credito di imposta ratificato nel decreto Cura Italia. Si tratta di un bonus pari al 50% delle spese effettuate fino al limite di 20.000 euro a richiedente. Le agevolazioni sono state estese anche all’acquisto di gel disinfettanti, detergenti e di dispositivi di protezione come guanti, tute, visiere e mascherine, dalle chirurgiche alle Ffp2 e Ffp3. Quest’ultime, raccomandate dall’ordine dei medici, garantiscono efficienze di filtrazione dal 92 al 99%.

Attenti alle bufale! Ozonizzatori e raggi ultravioletti funzionano davvero?

Con l’approssimarsi della “fase due” si è registrato un vero e proprio boom di richieste alle imprese di pulizie, ma non solo. Sono infatti numerosissimi anche i privati che si stanno attrezzando con dispositivi casalinghi per la sanificazione delle abitazioni. Tra i prodotti più gettonati ci sarebbero gli ozonizzatori che, secondo alcuni, permetterebbero l’abbattimento del virus. Attenzione alle bufale! «Non ci sono dati né evidenze scientifiche che confermino la neutralizzazione del coronavirus con l’ozonoha dichiarato il professor Francesco Broccolo, virologo dell’Università di Milano – Si tratta tra l’altro di una molecola che ha anche effetto tossico, quindi pericolosa». Differente il discorso sulle tecnologie a ultravioletti: già impiegata per la disinfezione di aria e acqua, la radiazione ultravioletta germicida potrebbe rivelarsi utile anche per la sterilizzazione di DPI e degli ambienti. Secondo i ricercatori del SSLEEC dell’Università della California di Santa Barbara, i led ultravioletti potrebbero essere utilizzati per la decontaminazione delle superfici. I risultati sono promettenti, anche se l’efficacia sul coronavirus rimane tutta da dimostrare.

Virus, batteri e particolato: facciamo chiarezza

Sono numerose le tipologie di contaminanti dispersi nell’aria, particelle che differiscono per grandezza, composizione e altri parametri di ordine biologico, chimico e fisico. I virus, ad esempio, sono molecole costituite da materiale genetico racchiuso in involucri proteici, con diametri di poche centinaia di nanometri; il coronavirus, nello specifico, è grande 0,2 micrometri anche se spesso viaggia su vettori più estesi, come le gocce di vapore acqueo. Un virus non è in grado di replicarsi autonomamente e, di norma, non sopravvive a lungo nell’ambiente. Di tutt’altra natura sono invece i batteri, microrganismi unicellulari viventi di struttura più complessa e di dimensioni che possono raggiungere fino ai 30 micrometri. I batteri possono riprodursi autonomamente, sopravvivendo e moltiplicandosi nell’ambiente. Con particolato, invece, si indica tutto l’insieme di particelle solide o liquide sospese nell’atmosfera, che vanno dalle fibre ai pollini fino ai composti carboniosi o metallici, con dimensioni che variano da pochi nanometri fino al mezzo millimetro.

Ad ogni inquinante la sua tecnologia per l’abbattimento

Non tutti i dispositivi o le tecnologie eliminano i contaminanti che, come abbiamo visto, possono essere molto differenti tra loro. Ciascuna classe di inquinanti richiederà, perciò, un appropriato sistema di depurazione o sanificazione per l’abbattimento, in base alle proprie caratteristiche. Il consiglio è quello di rivolgersi sempre ad esperti e aziende affidabili, per la valutazione delle esigenze specifiche di un’impresa e la messa in sicurezza dei locali di lavoro, anche una volta passata l’emergenza Covid-19.

Respirare bene non solo in ufficio, ma anche in casa

Si stima infatti che l’aria nelle abitazioni o negli uffici sia fino a cinque volte più inquinata dell’esterno. A prescindere dalla pandemia, quindi, gli ambienti chiusi possono nascondere innumerevoli minacce per la salute. Dagli impianti di condizionamento che rischiano di diventare ricettacoli di legionella alla vasta gamma di agenti chimici rilasciati dagli smalti, spray o detersivi, tutti inquinanti che possono scatenare asma, infezioni o allergie, facilitando l’aggressione di agenti patogeni.

Filtrazione e depurazione dell’aria: un’abitudine fondamentale anche post coronavirus

Anche una volta rientrata l’emergenza e archiviato il lockdown, sarà fondamentale non abbandonare le buone abitudini nel mantenere la salubrità sia negli ambienti di lavoro, sia in quelli domestici. Largo quindi al monitoraggio e al ricambio periodico dei filtri degli impianti di condizionamento e delle UTA, all’utilizzo di unità filtranti per la depurazione dell’aria nei locali, ma anche all’impiego di carboni attivi per l’abbattimento di cattivi odori nelle cucine.

ZYX Italia, una sana respirazione!

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