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Smog e crisi ambientale. Ma l’aria che respiriamo in casa è così sicura?

Combattere l'inquinamento domestico

Con l’arrivo dei primi freddi niente sembra più confortevole del chiudersi al caldo con le finestre sbarrate, stufe e riscaldamenti accesi. Meglio ancora se di fronte ad un bel camino. L’emergenza smog, poi, non gioca certamente a favore della vita all’aria aperta. In più – ne siamo convinti – stando fuori e prendendo freddo abbiamo più probabilità di ammalarci. Ma siamo davvero certi che l’aria che respiriamo nelle nostre case sia totalmente sicura?

La risposta è no. L’ambiente domestico, proprio quello che riteniamo più salubre e al riparo da sostanze pericolose, è infatti carico di polveri sottili, inquinanti batteriologici e chimici nocivi per la salute. Formaldeide, particolato, acidi, radon, ossidi d’azoto: sono solo alcuni dei composti chimici che respiriamo quotidianamente nelle nostre case. Neppure gli uffici sono esenti da queste sostanze che possono provenire da materiali da costruzione, vernici e rivestimenti che contengono ad esempio ftalati, dannosi per il sistema endocrino. Oppure dagli impianti di condizionamento, ricettacoli di batteri come la legionella. O ancora, dalle stampanti, dagli spray profumati o dai detersivi che contengono composti organici volatili, fenoli o alcoli. Per non parlare del nemico numero uno della qualità dell’aria: il fumo di sigaretta.

E considerato che trascorriamo in locali al chiuso quasi il 90% del nostro tempo di cui il 55% nelle abitazioni, il 33% negli ambienti di lavoro, il 4% negli altri ambienti chiusi e solo il 4% all’aperto (Rapporto ISTISAN 13/39 dell’Istituto nazionale di Sanità), la qualità dell’aria indoor ha indubbiamente un impatto notevole sulla nostra salute.

Asma bronchiale, intossicazioni, infezioni acute delle vie aeree, allergie, dermatiti e, peggio ancora, tumore al polmone: si stima che le sorgenti di inquinamento indoor abbiano un impatto sulla salute e sui costi per l’assistenza medica tale da parlare di vera e propria emergenza sanitaria. Un’emergenza che secondo l’OMS solo nel 2012 ha  provocato 3,5 milioni di decessi in tutto il mondo e che in Europa si ritiene responsabile del 4,6% delle morti per infezioni respiratorie acute nei bambini da 0 a 4 anni. Un’emergenza che ha un costo complessivo annuale che si aggira attorno ai 230 milioni di euro solo per l’Italia (Fonte: Ministero della Salute). I dati parlano chiaro e, proprio per questo, dal 2010 l’Istituto nazionale di Sanità ha istituito il Gruppo di Studio Nazionale Inquinamento Indoor, un gruppo di ricerca per approfondire e informare i cittadini dei potenziali rischi legati all’inquinamento negli ambienti chiusi promuovendo buone pratiche per migliorare la qualità dell’aria indoor.

Ad esempio, cambiare l’aria per almeno 5-10 minuti dalle 2 alle 3 volte al giorno, soprattutto durante le faccende domestiche o mentre si cucina, utilizzando anche un’efficiente cappa aspirante, sostituendone i filtri con regolarità. Inoltre, evitare alti valori di temperatura e umidità che facilitano la proliferazione di muffe e batteri e, per la stessa ragione, pulire regolarmente gli impianti e i filtri di condizionamento. Non abusare di deodoranti, detersivi o vernici e areare i locali soprattutto con mobili e arredi nuovi, prediligendo materiali a basse emissioni in caso di ristrutturazione. Ultimo, ma più importante, il divieto categorico di fumare.

Insieme a tutte queste accortezze, ZYX vi consiglia Cubyx, il depuratore di aria domestica compatto e di design che, grazie ad un filtro gravimetrico e ad un filtro ad adsorbimento, contribuisce ad un ricambio di aria costante. Cubyx può essere personalizzato su esigenza del cliente nelle misure e nel design.

Per una sana respirazione, ci vuole fiuto.

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